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Immagine del redattoreAndrea Ghidorzi

Teogonia, tra Dei e Mondi Virtuali

In un'epoca in cui l'arte si evolve attraverso l'intersezione di discipline, sorge un progetto capace di sfidare i confini del suono e dell'immagine.




"Teogonia" è una creazione in cui il compositore Davide Martiello e l'artista visivo Federico Niccolai convergono le proprie abilità in un'esperienza multisensoriale senza precedenti. La magistrale fusione di sette brani e sette mondi virtuali, ispirati alla mitologia di Crono e dei suoi discendenti, si trasforma in un viaggio emozionale e trascendentale.


Nella loro collaborazione, Martiello e Niccolai tessono un intreccio avvincente tra armonia e visione, creando un connubio artistico che va oltre la semplice fruizione. "Teogonia" si configura come una sinfonia di universi distinti, accompagnati da scenari determinanti, catapultando il pubblico in una dimensione dove la musica si fonde con il paesaggio e la forma si trasforma in suono. In questa opera, l'estro musicale si unisce alla creatività visiva, dando vita a un'esperienza profondamente coinvolgente e inimitabile.



Il concetto di Teogonia è affascinante e complesso, con sette brani e sette universi virtuali. Come avete concepito l'idea di integrare la storia mitologica di Crono e dei suoi figli con la composizione musicale e l'aspetto visuale?


D: Intanto ti ringraziamo per la considerazione che ci hai dato e per apprezzare il nostro lavoro. Teogonia è nato perché io (Davide) volevo realizzare un progetto che fosse molto personale e che rappresentasse una summa delle mie influenze e i miei interessi in ambito artistico. Volevo creare uno spettacolo contemporaneo, sia in senso attuale che di ricerca, ma che potesse incontrare i gusti di quante più persone possibili. Ho cominciato a scrivere e arrangiare il materiale ispirandomi alla Teogonia di Esiodo, e mi sono subito messo in contatto con Federico, conosciuto qualche anno prima.


Abbiamo cominciato a lavorare insieme sia sulle tematiche che le varie divinità ci suggerivano, e contemporaneamente ciascuno ha lavorato nel proprio campo per realizzare il prodotto che avete visto e sentito.


Teogonia è un progetto artistico multimediale, concepito per far comunicare il mondo musicale con quello visivo, attraverso l’esperienza dell’utente.

La mitologia è per noi uno strumento di narrazione della realtà tramandato attraverso suggestioni e visioni che non necessariamente rispecchiano la verità o la logica, ma comunque vanno a influenzare la cultura e di conseguenza i pensieri e le azioni. Crediamo che attraverso le suggestioni personali date dall’ascolto e dalla visione dei mondi realizzati, ognuno possa vivere un’esperienza singolare ma collettiva, e che questa possa avvicinarsi ai temi, a noi cari, dell’epoca classica.


La collaborazione tra Davide Martiello e Federico Niccolai è stata cruciale per la nascita del vostro “credo”. In che modo avete trovato l’equilibrio durante il processo compositivo e nella creazione delle realtà virtuali?


F: La collaborazione è il punto fondamentale di questo progetto. Unire gli effetti visivi alla musica è stato un lavoro complesso che ha richiesto l'unione delle competenze professionali di entrambi: il processo creativo nato spontaneamente dal confronto sui temi e le tecniche che ci interessano si è sviluppato di pari passo tra elementi visivi e sonori dando vita a Teogonia. A volte è stata la musica a ispirare certe visioni, altre volte il contrario. Per la registrazione e per i live che abbiamo fatto finora, abbiamo chiesto il supporto di Iago Bruchi come batterista. Teogonia integra stili musicali diversi, tra cui elettronica, post rock/pop e sperimentale.



Quali sfide avete affrontato nell'esplorare e unire questi mondi sonori distinti ma evidentemente non così distanti?


D: Sono tutti generi e stili da me ascoltati e che volevo provare a integrare in qualcosa di personale. Ad oggi, ad esempio, il mio modo di scrivere musica si è sviluppato, così come anche le tecniche utilizzate nel nuovo materiale sotto ogni punto di vista si stanno evolvendo. Come abbiamo detto, Teogonia abbraccia tante cose, forme diverse che vogliono essere anzitutto comunicative e dirette, ma non vogliono nemmeno essere scontate o troppo ermetiche.


Per quanto riguarda la parte musicale, comunque, durante la scrittura dei brani ho lavorato partendo da forme armoniche e melodiche chiare, elaborandole attraverso sintetizzatori analogici e digitali, inserendo campionamenti, risintetizzato strumenti tradizionali, per andare a creare composizioni che fossero riconoscibili e descrittive delle divinità trattate, ma al tempo stesso che contenessero “colori” differenti e spesso provenienti da mondi molto lontani tra loro.


“Kronos”, ad esempio, ha un lunghissimo intro elettroacustico, tendente al noise, successivamente diventa più nervosa e ossessiva, per poi rilassarsi totalmente con sonorità super distese.

“Hera” ha una forma completamente diversa, molto melodica, quasi eterea, ma con un sapore più nostalgico. La miglior cosa da fare è ascoltarli, guardarli, e farci sapere cosa ne pensate!


Le vostre realtà sembrano offrire esperienze trascendentali. In che modo cercate di suscitare sensazioni profonde e coinvolgenti che vanno al di là dei confini della realtà fisica?


F: per quanto riguarda i mondi creati per ogni traccia, essi vengono esplorati in real time durante i live: la visuale è in prima persona, questo permette di immergersi nelle storie da noi raccontate e nei mondi virtuali dove si ambientano. Di solito il progresso delle tracce segue un ordine specifico, ad esempio il primo progetto di Teogonia procede in senso ascendente da un mondo sotterraneo al cielo, passando per mari, fiumi, boschi, ecc... Questi ambienti sono pensati secondo le caratteristiche legate alle divinità che vorrebbero impersonare; questo non avviene in maniera pedissequa ma come suggestione multimediale.



Cosa abita il virtuale che il reale non può o non riesce a raggiungere?


F: Il virtuale non è che una delle tante dimensioni della realtà.


Da sempre l'uomo ha cercato dei portali tra l'ambiente fisico abitato e altri mondi, qui si creano le mitologie, tema principale del progetto.

Trovandoci geograficamente nelle stesse regioni in cui avevano sede le divinità narrate da Esiodo, nella sua Teogonia, ci chiediamo quali possano essere oggi le riproposizioni di questo sistema di figurazione di elementi naturali e passioni umane. Abitano il virtuale tutte quelle storie cambiate dal continuo raccontarle ma comunque familiari.


Il progetto tocca temi profondi ed emotivi: quali temi o emozioni sperate che il pubblico percepisca durante l'ascolto e la visione di Teogonia?


D: Il nostro interesse primario è che l’utente sia direttamente coinvolto durante lo spettacolo o durante la riproduzione. Come un racconto di un aedo, con l’immagine e le suggestioni sonore, cerchiamo di far rivivere in chi ci ascolta e ci osserva la storia umana. Ovviamente, il percorso è sempre personale, quindi differente da un utente all’altro, ma a noi questo piace ed è il motivo per il quale cerchiamo sempre di coinvolgere il pubblico da un punto di vista attivo, anche dopo la performance, attraverso una immersione più personale.



Come immaginate un vostro futuro non troppo distante?


F/D: ci immaginiamo qui dove siamo: a vivere creando musica e visual per chiunque abbia voglia di ascoltarci. Stiamo lavorando a 4 nuovi mondi, e alla messa in live delle tracce di questi, mentre continuiamo a far conoscere i primi sette. Stiamo cercando di sviluppare sistemi più snelli di comunicazione tra il mondo visivo e sonoro, facendo test settimanali. Crediamo con grande convinzione e dedizione a questo progetto artistico e alle nostre vite nell’arte e non cambieremo di certo idea:


Il fatto di esserci trovati e di condividere dei valori umani e artistici sicuramente ci lega e ci dà un buon motore per continuare ad investire tempo ed energie nel progetto.

Grazie.




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