In un viaggio attraverso le strade intricate della musica elettronica, pochi artisti incarnano la fusione di talento, passione e visione come Massimiliano Pagliara.
Originario del sud Italia, la sua esperienza di vita e una formazione accademica nel teatro hanno plasmato un'identità artistica ricca e sfaccettata. Attraverso una carriera che abbraccia la danza, il DJing e la produzione musicale, Pagliara incarna il connubio innovazione e tradizione.
Nell'intervista che segue, esploriamo le influenze della sua infanzia sulle coste mediterranee e un percorso di scoperta nel cuore pulsante della scena techno berlinese. Riviviamo i momenti indelebili trascorsi nei leggendari club del Berghain e del Panorama Bar, dove l'essenza della musica elettronica ha plasmato la sua prospettiva artistica.
Ciao Massimiliano, benvenuto.
Ciao Andrea!
Quali profonde influenze della tua infanzia vissuta nel sud dell'Italia si riflettono nel tuo suono?
Sicuramente la natura, i paesaggi, il mare, la luce, i tramonti, la famiglia e delle profonde amicizie.
Non c'era molto altro e infatti, quando ero un ragazzino, sognavo spesso di andare a vivere altrove, in una città che potesse offrire molto di più, sia dal punto di vista culturale che sociale.
Quando mi sono poi trasferito a Milano per gli studi, alla fine degli anni '90, sono come rinato. Finalmente una grande città, con tutto quello che questa può offrire, locali, serate, musei, gallerie, teatri ecc. Avevo bisogno di nuovi stimoli.
In che modo la formazione accademica in teatro ha plasmato la tua prospettiva artistica, nella creazione di musica elettronica sperimentale? Esiste un momento particolare in cui hai sentito queste due sfere fondersi completamente?
Da bambino volevo fare il ballerino. Un sogno che purtroppo sono riuscito a realizzare solo dopo il trasferimento a Milano.
Il mio primo coinquilino era un danzatore e insegnante di danza. Lui ha aperto le porte a questo mondo che mi aveva sempre affascinato. Quindi ho mollato l'università e mi sono dedicato completamente alla danza. La musica è sempre stata presente nella mia vita. Ma fino a quel momento solo da ascoltatore, non avevo mai pensato di voler diventare un DJ o produttore.
Quando mi sono trasferito a Berlino, c'è stata un'evoluzione artistica, e la musica ha preso il sopravvento.
Per un periodo (2003-2005) ho anche cercato di fare entrambe le cose, infatti da un lato continuavo ad allenarmi duramente e a preparare nuove coreografie, e dall'altro ero con i giradischi a mixare ed esibirmi nei primi piccoli bar berlinesi, nelle cosiddette "Kneipe". Mi dispiaceva abbandonare la danza e quindi cercavo in tutti modi di fondere queste due cose. Poi mi sono reso conto che era troppo difficile e quindi ho deciso di dedicarmi solo alla musica. Dal 2006 ho iniziato anche con la produzione e da quel momento non mi sono più fermato: ho iniziato con le tournée internazionali e a pubblicare vari dischi su diverse etichette.
Esiste un'esperienza indelebile durante la tua residenza al Berghain/Panorama Bar che ha scolpito per sempre il tuo approccio alla musica?
Il primo club dove io sono stato, quando sono arrivato a Berlino, nel lontano 2001, è stato l'OstGut, il vecchio Berghain. Non dimenticherò mai quella notte. Era come un sogno che finalmente diventava realtà. Da sempre sognavo un club con quel tipo di atmosfera e sonorità: Un posto dove ognuno può essere se stesso e rispetta gli altri, senza nessun tipo di pregiudizio, ma piuttosto tanta libertà d'espressione. Il tutto accompagnato da musica techno/house di un certo livello. Ci sono andato tutti i week-end fino alla chiusura, ed è stato proprio li che ho conosciuto vari DJ berlinesi che mi hanno poi introdotto a questa fantastica arte del DJing.
Esplorando il variegato mix di house, disco, electro e techno nel tuo sound, quale album credi possa rappresentare al meglio la tua visione artistica?
Me ne vengono in mente un paio: Aphex Twin - Ambient Selected Works, Luke Vibert- Kerrier District , The Other People Place - Lifestyles of the laptop café, Gatto Fritto - Gatto Fritto, Vakula -Cyclicality between Procyon and Gomesia , Crossover - Fantasmo, Larry Heard - Alien.
"See You In Paradise": oltre al titolo, c'è un significato più intimo o personale che desideri condividere? Qual è la tua percezione di ciò che possa trovarsi al di là della vita?
Ho scritto e prodotto questo ultimo album durante la pandemia. Quindi in un momento decisamente cupo e pieno di insicurezze, a livello universale. Penso infatti che sia stato un momento difficile per tutti.
Ho un po' fantasticato sull'idea del paradiso, come un luogo dove finalmente possiamo essere di nuovo tutti insieme, per "abbracciarci fortemente e giocare" come dice la dolcissima Vanessa nell'omonimo pezzo "See You In Paradise".
Gestire una label come Funnuvojere Records aggiunge un tocco personale alla tua presenza nell'industria musicale. Abbiamo ascoltato: Voiski "Hanging In The Stars;" quali sono le tue ambizioni e cosa cerchi di comunicare attraverso questa etichetta indipendente?
L'idea di lanciare questa etichetta è partita dal semplice fatto che, molto spesso, amici o sostenitori, mi spedivano delle tracce da ascoltare per poi dare dei suggerimenti. Spesso c'erano delle cose molto interessanti e quindi ho iniziato a pensare che se avessi avuto una mia label, le avrei potute pubblicare. Nel 2019 ho iniziato questo nuovo capitolo : Funnuvojere Records.
Fondamentalmente con l'etichetta sto cercando di trasmettere quello che già faccio con i miei DJ-set e produzioni: l'amore per la musica. E anche una certa apertura mentale. Infatti non voglio fissarmi solo su un genere, perché c'è tanta musica che io amo ascoltare e suonare.
Guardando al futuro, come immagini il tuo prossimo capitolo artistico e i tuoi nuovi progetti discografici?
Ci sono ancora tantissime cose che voglio fare e pubblicare. Sia da solo che insieme ai miei vari collaboratori. Vorrei anche fare delle colonne sonore per film o teatro/danza, installazioni, sfilate di moda. Ho appena finito un nuovo EP, che uscirà verso la fine di quest'anno su Funnuvojere e sto lavorando ad un grandissimo progetto, una specie di antologia/album. E ovviamente ci sono anche già varie uscite, di altri artisti, in programma, sempre sulla mia etichetta. Stay tuned!
ENGLISH VERSION
Hailing from southern Italy, his life experience and academic background in theater have shaped a rich and multifaceted artistic identity. Through a career spanning dance, DJing, and music production, Pagliara embodies the blend of innovation and tradition.
In the following interview, we explore the influences of his childhood on the Mediterranean shores and a journey of discovery in the pulsating heart of the Berlin techno scene. We relive the indelible moments spent in the legendary clubs of Berghain and Panorama Bar, where the essence of electronic music has shaped his artistic perspective.
Hi Massimiliano, welcome.
Hi Andrea!
How do the deep influences of your childhood in southern Italy reflect in your sound?
Certainly, nature, landscapes, the sea, light, sunsets, family, and deep friendships. There wasn't much else, and in fact, when I was a kid, I often dreamed of living elsewhere, in a city that could offer much more culturally and socially.
When I moved to Milan for my studies in the late '90s, it was like a rebirth. Finally, a big city, with everything it could offer, clubs, nights out, museums, galleries, theaters, etc. I needed new stimuli.
How has your academic background in theater shaped your artistic perspective in creating experimental electronic music? Is there a particular moment when you felt these two spheres completely merging?
As a child, I wanted to be a dancer. A dream that unfortunately I only managed to realize after moving to Milan. My first roommate was a dancer and dance teacher. He opened the doors to this world that had always fascinated me. So, I dropped out of university and dedicated myself entirely to dance. Music has always been present in my life. But until that moment only as a listener, I had never thought of becoming a DJ or producer. When I moved to Berlin, there was an artistic evolution, and music took over.
For a while (2003-2005) I also tried to do both things, in fact on the one hand, I continued to train hard and prepare new choreographies, and on the other hand, I was behind the turntables mixing and performing in the first small Berlin bars, in the so-called "Kneipe". I didn't want to give up dance, so I tried in every way to merge these two things. Then I realized it was too difficult, so I decided to focus only on music. Since 2006, I also started with production, and from that moment on, I haven't stopped: I started with international tours and released various records on different labels.
Is there an indelible experience during your residency at Berghain/Panorama Bar that has forever shaped your approach to music?
The first club I went to when I arrived in Berlin back in 2001 was OstGut, the old Berghain. I will never forget that night. It was like a dream finally coming true. I had always dreamed of a club with that kind of atmosphere and sound: a place where everyone could be themselves and respect others, without any prejudice, but rather with a lot of freedom of expression. All accompanied by techno/house music of a certain caliber. I went there every weekend until it closed, and it was there that I met various Berlin DJs who then introduced me to this fantastic art of DJing.
Exploring the diverse mix of house, disco, electro, and techno in your sound, which album do you believe best represents your artistic vision?
A couple come to mind: Aphex Twin - Ambient Selected Works, Luke Vibert - Kerrier District, The Other People Place - Lifestyles of the Laptop Café, Gatto Fritto - Gatto Fritto, Vakula - Cyclicality between Procyon and Gomesia, Crossover - Fantasmo, Larry Heard - Alien.
"See You In Paradise": besides the title, is there a more intimate or personal meaning you wish to share? What is your perception of what may lie beyond life?
I wrote and produced this latest album during the pandemic. So, in a decidedly dark and uncertain time, universally speaking. I think it was indeed a tough time for everyone.
I've fantasized a bit about the idea of paradise, as a place where we can finally all be together again, to "hug each other tightly and play," as the sweet Vanessa says in the eponymous track "See You In Paradise."
Managing a label like Funnuvojere Records adds a personal touch to your presence in the music industry. We've listened to Voiski's "Hanging In The Stars;" what are your ambitions and what do you seek to communicate through this independent label?
The idea of launching this label stemmed from the simple fact that often friends or fans would send me tracks to listen to and give feedback on. Often, there were very interesting things, so I began to think that if I had my own label, I could release them. In 2019, I started this new chapter: Funnuvojere Records. Fundamentally, with the label, I'm trying to convey what I already do with my DJ sets and productions: a love for music. And also a certain open-mindedness. In fact, I don't want to fixate on just one genre because there's so much music that I love to listen to and play.
Looking ahead, how do you envision your next artistic chapter and your new record projects?
There are still so many things I want to do and release, both solo and with my various collaborators. I would also like to create soundtracks for films or theater/dance, installations, fashion shows. I've just finished a new EP, which will be released towards the end of this year on Funnuvojere, and I'm working on a huge project, a kind of anthology/album. And of course, there are already various releases by other artists in the pipeline, all on my label. Stay tuned!
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