Paracosm, il nuovo lavoro in 2 atti dell’esperto producer Luca Vera, ci apre le porte del personale immaginario creativo del suo autore, disegnando mondi inventati, storie fantastiche e folli creazioni, dove ha diritto di residenza tutto quello che una mente può partorire.
Il paracosmo è infatti per definizione un non luogo, uno stato ideale, dove vige pura libertà e non esistono barriere; continuum senza soluzione tra reale e intangibile, eterna fanciullezza e gioco senza fine. Un universo infantile e divertente, dove la creatività di Vera ingloba i più disparati linguaggi musicali, dall’italo disco all’house, passando per ritmi tribali e selvaggi, in un flusso senza limiti e stereotipi, come in un immenso e infinito dancefloor, dove non resta che immergersi e goderne appieno.
Ecco quindi Get The Groove, che ci invita ad alta voce a lasciar andare ogni timidezza e remora, avvolgendoci con un groviglio di variegate sonorità e disinibiti ritmi, a scandire il tempo della nostra esistenza. L’apertura tribale ci proietta immediatamente nel mood del brano e promette di farci ballare senza sosta fino alla fine del mondo, tra percussioni decise e martellanti tagliate da synth laser, come a creare un ponte tra mondo primitivo e moderno, in un groove ipnotico. Su questo magma primordiale si staglia una voce che come un mantra ripete DISCO, a marcare la cifra stilistica dell’intero componimento: la disco music, ballabile, esaltante, senza freni, a cui davvero risulta difficile resistere.
Secret Boy si orienta invece su un sound oscuro, a evocare realtà sotterranee piene di vita, in un potente intreccio di bene e male. A tessere la trama di questo brano è ora la house; maestra incalzante e decisa. Voci angeliche ed estatiche e contrappunti di piano evidenziano la duplicità dell’esistenza umana, carne e spirito, materia e anima.
Under The Strings conclude la prima parte dell’EP, disimpegnandosi efficacemente in un suono energico e magnetico, intervallato da affascinanti pad synth, che sembrano violini celestiali, a sottolineare ancora una volta lo stretto intreccio tra mistico e terreno. In questo ricco paesaggio si inseriscono percussioni tribali e ritmi selvaggi, che ci teletrasportano in un rito ancestrale scandito da danze oscene in 4/4, in un inusuale mix di antico e moderno, di passato e presente.
AcidSix apre la seconda parte dell’EP, evocando già nel titolo la vocazione della traccia, che ricrea l’atmosfera elettrizzante di un free party, fuori dal tempo e dallo spazio, in un groviglio di percussioni che scandiscono una danza ritmica e selvaggia. Voci acid stravolte e modificate si innestano su synth ripetitivi e ipnotici, in un movimento circolare senza scampo, totalmente inebriante.
Shine On Me: possenti beat di stampo house si amalgamano a echi acidi e cattivi, in un ispirante mix eterogeneo, in bilico tra danze e ritmi oscuri che si ripetono in pattern magnetici mai uguali a se stessi, capaci di proseguire in un eterno ritorno del sempre diverso.
Those Guys Are Crazy, ultima traccia dell’EP, riassume con efficacia l’intero percorso tematico dell’album, riunendo per un’ultima volta passato e presente, senza soluzione alcuna di continuità. Un’ammaliante tromba, che ci trascina in un club fumoso anni ’70, ci immerge in una atmosfera intima e misteriosa. Synth sommersi fanno eco in questo amalgama di suoni e sensi, interrotti o forse completati da percussioni di stampo tropical, a evocare mondi piccoli e grandi, universi vicini e lontani.
Con Paracosm, Luca Vera ci restituisce un lavoro denso e stratificato, pregno di influenze varie e distinte - dalla disco all’house, passando per l’acid da rave fino ad arrivare al beat tropical - qui miscelate in modo convincente ed esauriente, a creare un immaginario fantastico tra luogo e nn luogo, in bilico tra tempo vissuto e tempo perduto.
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