Luca Bacchetti è un esperto narratore nel panorama della musica elettronica: il suo ultimo EP, "Storyteller", non solo cattura l'essenza di un viaggio, ma incanta l'ascoltatore con una narrazione che trascende il semplice suono.
In un'approfondita riflessione, Luca Bacchetti rivela come il termine "storyteller" sia diventato un riflesso spontaneo della sua identità artistica, una definizione accolta con piacere e adottata con orgoglio. Ogni nota, ogni ritmo, sembra essere un capitolo di un racconto, una storia da condividere con il mondo.
Attraverso numerosi viaggi, Luca ha assorbito influenze culturali capaci di trasformare la sua musica in un ponte tra realtà diverse. L'autenticità del suo lavoro deriva da una passione innata per la musica e dall'esperienze di vita che lo hanno plasmato. Radicato nelle terre della Toscana e nutritosi delle sue suggestioni naturali, ha aggiunto un nuovo strato di profondità al suo percorso, grazie alla collaborazione con la poetessa Ness in 'Truth' - fondendo poesia e musica in un connubio magico che celebra la verità nascosta nei momenti di estasi condivisa.
Proiettandosi nel futuro, Bacchetti intravede un panorama clubbing in trasformazione, in cui la musica è spesso offuscata dal rumore di fondo dei social media. Nonostante ciò, è fiducioso che le opportunità per gli artisti autentici non mancheranno, soprattutto in contesti come il Limbo Festival, dove il suono diventa un'esperienza trasformativa e autentica.
Ciao Luca, il titolo del tuo nuovo EP, 'Storyteller', evoca un senso di viaggio e narrazione. Qual è stata la tua principale fonte di ispirazione dietro questo tema e cosa stai cercando di trasmettere dal punto di vista emotivo e concettuale?
Ciao, Andrea! Negli ultimi anni, ho notato che la parola "storyteller" è diventata il modo in cui sia giornalisti che promotori cercano di definirmi. È successo naturalmente e mi piace molto questa definizione. Quindi, quando cercavo un nome per questo EP e considerando la stesura della title track, non ho avuto dubbi: ok, sono il vostro "Storyteller"! Questa è un'altra storia che ho il piacere di condividere con voi!
Nei tuoi viaggi musicali attraverso diverse culture, quali specifiche influenze hai trovato più stimolanti e come hai lavorato per integrarle in modo autentico nel tuo lavoro creativo?
Grazie per aver riconosciuto l’autenticità. Credo che derivi dal fatto che amo profondamente la musica; è una passione immensa, credimi. La musica mi ha dato la possibilità di viaggiare molto. Viaggiare tra i continenti non faceva parte del piano iniziale, ma è stata una conseguenza naturale di ciò che ho fatto spontaneamente.
È incredibile il potere della musica; è un vero mistero. Nonostante tutto il lavoro svolto, sento sempre il dovere di ringraziare qualcuno.
La collaborazione con la poetessa americana Ness in 'Truth' aggiunge un elemento di interdimensionalità al tuo disco. Come è nata questa collaborazione e cosa si prova nel fondere poesia e musica?
Ho conosciuto Vanessa (Ness) in vari festival internazionali e, seguendola su Facebook, ho scoperto la particolarità della sua voce. Ogni tanto recitava poesie o poemi, così le ho chiesto se le andava di scrivere qualcosa per un brano che avevo in mente. Il riferimento era quella magia che scatta in un momento di festa, quella "verità" che puoi trovare anche sul dance-floor, dove spesso sei circondato da estranei ma hai la sensazione di conoscerli da sempre. Lo sguardo della persona che incontri in metropolitana nel pomeriggio non sarà mai lo stesso che quella persona ti concederà in un momento di vera estasi (e non chimica) in un club o concerto! Ci deve essere una "verità" nascosta in quell'attimo.
Il tuo suono ha sempre avuto una profonda connessione con la terra e la natura. Come si riflette ciò nel tuo ultimo lavoro e quale importanza ha per te la dimensione terrena nella musica?
Sono cresciuto in provincia, nella bella Toscana, dove la natura ha fortemente influenzato il mio modo di stare al mondo. Sono nato in un posto senza club o negozi di dischi specializzati, dove era perfino difficile ricevere il segnale dei network nazionali.
Ho sognato molto. Conosci quei momenti in cui ti annoi da piccolo? O quella sensazione di essere nato nel posto sbagliato quando sei adolescente?
Ho scoperto che tutti quei momenti erano importanti; quelle privazioni mi hanno educato e formato.
Dopo tanto viaggiare, ho deciso di tornare a vivere in Toscana, per ritrovare sensazioni che col tempo si erano affievolite, per sentire certi odori… e credimi, quando entra in gioco l’olfatto, il teletrasporto esiste! Credo che tutto questo continui a nutrire e influenzare quello che faccio.
Come hai vissuto l'esperienza a Black Rock City e in che modo questa esperienza ha influenzato la tua visione?
Per anni, molti amici mi hanno detto: "Dovresti andare al Burning Man, è davvero la tua cosa!" Così, nel 2016, ci sono andato e ho capito perché. Sono tornato per altre due edizioni. La cosa che mi piace di più di questo evento sono i principi etici su cui si basa. Certo, ci sono contraddizioni e poser, ma chi ne parla male è quasi sempre qualcuno che non ci è mai stato. Il Burning Man ha davvero qualcosa di speciale, e il mio contributo è elevare il contenuto musicale, osare di più. Ti rendi conto che suonare un brano ambient di Franco Battiato nel deserto del Nevada è la cosa più naturale del mondo, sembra proprio appartenere a quel momento e luogo. Hai a che fare con qualcosa di trascendentale, è un'altra occasione per assistere al grande miracolo della musica.
L'apertura mentale è un elemento chiave per l'evoluzione artistica. Come mantieni la tua mente aperta durante la composizione e quali sono le fonti di ispirazione che ti spingono a esplorare nuovi territori sonori?
Quando sono a corto di stimoli o idee, smetto di fare qualsiasi cosa. Evito di forzare il sistema e mi impongo di annoiarmi fino allo sfinimento. Posso leggere libri, purché non abbiano a che fare con il mio mondo. È un esercizio difficile perché alla fine della giornata mi sento in colpa per non aver fatto nulla, ma sembra essere un carburante importante per la creatività. Poi arriva il momento in cui sento di nuovo le vocine, le onde, ed è allora che è tempo di tornare a surfare. Come ti dicevo, succedeva lo stesso quando ero piccolo, ma in modo diverso. All'epoca ero obbligato dagli eventi, ora sono io a impormelo.
Questo mi fa pensare ai ragazzini di oggi: non si annoiano più perché hanno un programma intenso e hanno già tutto. Mi chiedo come tutto questo influirà sulle loro vite.
Proiettandoti nel futuro, come immagini la scena clubbing del domani e quali aspettative hai nei confronti di te stesso e del tuo cammino?
Credo che il presente porti con sé molte opportunità, ma il problema è il rumore di fondo, che è sempre più alto, rendendo sempre più difficile ascoltare e ascoltarsi. È qui che si posizionano i transformational festival, un segmento interessante del settore. La scena mainstream attuale è fortemente influenzata dai social media, e molti scalpitano per diventare qualcuno. La musica è diventata un mezzo per raggiungere uno status, e come risultato c’è un disperato copia e incolla, dove il produttore di un brano potrebbe essere chiunque.
Il marketing genera le star, molti si improvvisano "artisti", ma non voglio generalizzare: ci saranno sempre nuovi talenti. Ma cos’è il talento se non la capacità di intrattenere attraverso un proprio immaginario poetico?
Il problema è che oggi si confonde il successo e certe capacità imprenditoriali con il talento.
Tutti conoscono Peggy Gou, ma non i Masters at Work! Siamo nel mezzo di una metamorfosi che spesso spaventa, ma le cose belle ci sono: richiede attenzione scoprirle. Conosci il Limbo Festival? È un transformational festival che curo in Toscana. Vieni, sarà una figata! http://www.limbofestival.com)
ENGLISH VERSION
In a deep reflection, Luca Bacchetti reveals how the term 'storyteller' has become a spontaneous reflection of his artistic identity, a definition welcomed with pleasure and embraced with pride. Each note, each rhythm, seems to be a chapter of a story, a tale to share with the world.
Through numerous journeys, Luca has absorbed cultural influences capable of transforming his music into a bridge between different realities. The authenticity of his work stems from an innate passion for music and life experiences that have shaped him. Rooted in the lands of Tuscany and nourished by its natural inspirations, he has added a new layer of depth to his journey, thanks to the collaboration with poetess Ness in 'Truth' - blending poetry and music in a magical union that celebrates the hidden truth in moments of shared ecstasy.
Looking into the future, Bacchetti envisions a clubbing landscape in transformation, where music is often obscured by the background noise of social media. Nevertheless, he remains confident that opportunities for authentic artists will abound, especially in contexts like the Limbo Festival, where sound becomes a transformative and genuine experience.
Hi Luca, the title of your new EP, "Storyteller," evokes a sense of journey and narrative. What was your main source of inspiration behind this theme, and what are you trying to convey both emotionally and conceptually?
Hi, Andrea! In recent years, I've noticed that both journalists and promoters have started defining me as a "storyteller." It happened naturally, and I really like this definition. So, when I was looking for a name for this EP and considering the composition of the title track, I had no doubts: okay, I'm your "Storyteller"! This is another story that I am pleased to share with you!
In your musical journeys through different cultures, which specific influences have you found most inspiring, and how have you worked to integrate them authentically into your creative work?
Thank you for recognizing the authenticity. I believe it stems from my deep love for music; it's an immense passion, believe me. Music has given me the opportunity to travel extensively. Traveling across continents was not part of the initial plan, but it was a natural consequence of what I did spontaneously. The power of music is incredible; it's a true mystery. Despite all the work I've done, I always feel the need to thank someone.
The collaboration with American poet Ness on 'Truth' adds an element of interdimensionality to your album. How did this collaboration come about, and what is it like merging poetry and music?
I met Vanessa (Ness) at various international festivals, and by following her on Facebook, I discovered the uniqueness of her voice. Occasionally, she would recite poetry or poems, so I asked her if she'd be interested in writing something for a track I had in mind. The reference point was the magic that ignites during moments of celebration, the "truth" that you can also find on the dance floor, where you're often surrounded by strangers but feel like you've known them forever. The gaze of the person you meet on the subway in the afternoon will never be the same as the one that person grants you in a moment of true ecstasy (and not chemical) in a club or concert! There must be a "truth" hidden in that moment.
Your sound has always had a deep connection with the earth and nature. How does this reflect in your latest work, and how important is the earthly dimension in your music?
I grew up in the province, in beautiful Tuscany, where nature strongly influenced my way of being in the world. I was born in a place without clubs or specialized record stores, where it was even difficult to receive signals from national networks. I dreamed a lot. Do you know those moments when you're bored as a child? Or that feeling of being born in the wrong place when you're a teenager? I discovered that all those moments were important; those deprivations educated and shaped me. After traveling extensively, I decided to return to live in Tuscany, to rediscover sensations that had faded over time, to smell certain scents... and believe me, when smell comes into play, teleportation exists! I believe all of this continues to nourish and influence what I do.
How did you experience Black Rock City, and how did this experience influence your vision?
For years, many friends told me, "You should go to Burning Man, it's really your thing!" So, in 2016, I went and understood why. I returned for two more editions. What I like most about this event are the ethical principles it's based on. Sure, there are contradictions and posers, but those who speak badly of it are almost always those who have never been. Burning Man truly has something special, and my contribution is to elevate the musical content, to dare more. You realize that playing an ambient track by Franco Battiato in the Nevada desert is the most natural thing in the world; it seems to belong to that moment and place. You're dealing with something transcendental; it's another opportunity to witness the great miracle of music.
Open-mindedness is a key element for artistic evolution. How do you keep your mind open during composition, and what sources of inspiration drive you to explore new sonic territories?
When I'm short of stimuli or ideas, I stop doing anything. I avoid forcing the system and force myself to be bored to exhaustion. I can read books, as long as they don't have anything to do with my world. It's a difficult exercise because at the end of the day, I feel guilty for not having done anything, but it seems to be an important fuel for creativity. Then comes the moment when I hear those voices again, the waves, and that's when it's time to go back surfing. As I was saying, it used to happen the same when I was a kid, but in a different way. Back then, I was compelled by events, now I'm imposing it on myself. This makes me think about today's kids: they don't get bored anymore because they have an intense schedule and they already have everything. I wonder how all of this will affect their lives.
Looking into the future, how do you envision the clubbing scene of tomorrow, and what expectations do you have for yourself and your journey?
I believe that the present brings with it many opportunities, but the problem is the background noise, which is ever louder, making it increasingly difficult to listen and be heard. This is where transformational festivals come into play, an interesting segment of the industry. The current mainstream scene is heavily influenced by social media, and many are eager to become someone. Music has become a means to attain a status, resulting in desperate copy and paste, where anyone could be the producer of a track. Marketing creates stars, and many improvise as "artists," but I don't want to generalize: there will always be new talents. But what is talent if not the ability to entertain through one's own poetic imagination? The problem is that today success and certain entrepreneurial skills are confused with talent.
Everyone knows Peggy Gou, but not the Masters at Work! We are in the midst of a metamorphosis that often scares, but there are beautiful things: it requires attention to discover them. Do you know about the Limbo Festival? It's a transformational festival I organize in Tuscany. Come, it will be awesome! http://www.limbofestival.com
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