top of page
Immagine del redattoreMichelle Maffè

IAKO "Apriti Grattacielo"

In equilibrio tra caos esplosivo e malinconica quiete, Apriti Grattacielo, nuovo EP di IAKO, segna un nuovo corso emotivo e poetico per l’artista, ora in febbrile bilico tra cantautorato italiano d’autore ed elettronica da club londinese, attitudine melodica e propensione ritmica.



Ideale ponte di congiunzione tra l’onirico e sognante Venerus e il visionario Mace, alfieri di un nuovo modo di concepire e fare musica italiana, IAKO vive mondi, immagina situazioni, prefigura momenti, sospeso tra il delicato tocco del cantato e la spinta vitalistica dei beat, in un mélange fuggevole e per questo affascinante.


Affresco realistico di una generazione precaria sia nei sentimenti sia sul lavoro, Apriti Grattacielo sembra quasi un moderno "Apriti Cielo" di mannariniana memoria, dove il gratta-cielo è limite da superare: ci contiene ma al tempo stesso va valicato per significarci meglio, confine e superamento, frenata ed opportunità, illusione e speranza.

Un dualismo contenente il tutto, avvinghiato in un loop ipnotico e mellifluo, dove la voce di IAKO sembra galleggiare in un magma mutante e mutevole su un tappeto di beat incalzanti, a suggerire l’imprevedibilità, e per questo il fascino, della vita in ogni sua sfaccettatura.



In un quadro del genere, l’EP assurge a paradigma del cambiamento, dell’evoluzione continua e senza sosta, eterno ritorno del diverso, di un tempo dilatato e senza confini (“parole sconfinate sul mio pavimento”). Il rientro in Italia dell’artista dopo 6 anni trascorsi a Londra - teatro di una vulcanica scena elettronica contemporanea - ha svoltato il suo sound verso una nuova direzione, lasciandogli in dote un nuovo vocabolario delle emozioni e dei suoni, che qui trovano massima efficacia ed espressione.


L’omonimo brano Apriti Grattacielo vive di momenti, di ripensamenti, trasformazioni, vuoti e pieni, non c’è start non c’è stop, c’è tutto e il contrario di tutto, in un mix ispirato e fluttuante, in cui il pericolo è accettare il rischio della precarietà, accogliendolo pienamente, pur con numerosi dubbi e interrogativi (“ti tengo in equilibrio sul palmo della mia mano”), fino ad esplodere in beat incalzanti (“… il tuo corpo si illumina, è un giorno di festa”).



In una sorta di chiasma, se in Non dubitare (primo singolo tratto dall’EP) IAKO riflette sulla volatilità dei rapporti umani, (“i nostri dubbi stasera ballano sul fondale”), in Bolla canta di instabilità e cambiamenti, un rapporto di coppia finito e forse mai chiarito, un ritorno in patria che lascia dietro di sé profondi strascichi emotivi, come una giostra di altalenanti emozioni. E ancora, mentre in Non dubitare si cercava un tentativo di riconciliazione con “pupille dilatate che fanno entrare la luce”, in Bolla invece si intravede l’impossibilità di una riconciliazione, nonostante i tentativi spesi ma andati a vuoto (“a un metro da terra nessuno ti ascolta”).


Questa sensazione di solitudine torna in Fuori di me (“come due bandiere che non sanno più da che parte stare”), dove lo spaesamento è sia fisico sia verbale e le cose da dire sono già scappate, in un tempo in cui non c’è più tempo, tutto è dominato dall’incertezza di un futuro che c’è già ma non è ancora: una sorta di loop liquido baumiano, metafora della modernità contemporanea, cosi precaria e mutevole.



Nella chiusura affidata a Mai più risiede il senso stesso di tutto il brano: non c’è risposta ai dubbi del protagonista, non esiste soluzione definitiva che dia un senso alla propria esistenza e IAKO non ha la pretesa di fornircela (“quando te ne vai puoi fare rumore”). Ciò che sembra emergere è invece la necessità di accettare la vita così come è, in ogni sua sfaccettatura e ambivalenza, vivendola attimo per attimo, sapendo che è impossibile coglierla pienamente.


La duplicità che caratterizza l’esistenza umana viene allora esaltata e sublimata dall’efficace alternarsi di momenti fluidi (il canto) e momenti intensi, i beat sotterranei che sconvolgono i piani, attimi improvvisi e improvvisati, lampi ipnotici che scuotono l’esperienza umana e le danno valore, che fanno bruciare la festa e la rendono la più bella del mondo.


ENGLISH VERSION


In a balance between explosive chaos and melancholic calm, 'Apriti Grattacielo,' the new single by IAKO, marks a new emotional and poetic direction for the artist, now in a feverish balance between Italian singer-songwriter tradition and London club electronica, blending melodic attitude with rhythmic propensity.



An ideal bridge between the dreamy Venerus and the visionary Mace, heralds of a new way of conceiving and making Italian music, IAKO lives in worlds, imagines situations, foresees moments, suspended between the delicate touch of singing and the vitalistic push of beats, in a fleeting and therefore fascinating blend.


A realistic fresco of a precarious generation, both in feelings and in work, "Apriti Grattacielo" almost seems a modern "Apriti Cielo" of Mannarinian memory, where the skyscraper is a limit to overcome: it contains us but at the same time it must be crossed to better define us, boundary and overcoming, braking and opportunity, illusion and hope.


A dualism containing everything, entwined in a hypnotic and mellifluous loop, where IAKO's voice seems to float in a mutating and changeable magma on a carpet of insistent beats, suggesting the unpredictability, and therefore the charm, of life in all its facets.


In such a framework, the EP emerges as a paradigm of change, of continuous and relentless evolution, an eternal return of the different, of a time expanded and without boundaries ("unbounded words on my floor" he sings in "Bolla"). The work starts from an autobiographical episode, the artist's return to Italy after 6 years spent in London - a theater of a volcanic contemporary electronic scene that has turned his sound in a new direction - leaving him with a new vocabulary of emotions and sounds, which find maximum effectiveness and expression here.



The eponymous track "Apriti Grattacielo" lives on moments, reflections, transformations, emptiness and fullness, there is no start, there is no stop, there is everything and the opposite of everything, in an inspired and fluctuating mix, where the danger is to accept the risk of precariousness, fully embracing it, albeit with many doubts and questions ("I keep you balanced on the palm of my hand"), until it explodes in insistent beats ("... your body lights up, it's a celebration").


In a sort of chiasmus, if in "Non dubitare" (the first single from the EP) IAKO reflects on the volatility of human relationships ("our doubts dance on the seabed tonight"), in "Bolla" he sings of instability and changes, a relationship ended and perhaps never clarified, a return home that leaves behind deep emotional aftermath, like a carousel of fluctuating emotions. And again, while in "Non dubitare" there was an attempt to reconcile with "dilated pupils letting in the light", in "Bolla" there is instead the impossibility of reconciliation, despite the attempts made but in vain ("one meter from the ground no one listens to you").


This feeling of loneliness returns in "Fuori di me" ("like two flags that no longer know which side to be on"), where disorientation is both physical and verbal and things to say have already escaped, in a time when there is no more time, the oxen have left the stable, everything is dominated by the uncertainty of a future that already exists but is not yet, a sort of liquid Baumanian loop, metaphor of contemporary modernity, so precarious and changeable.


In the closing entrusted to 'Mai più' lies the very essence of the entire song: there is no answer to the doubts of the protagonist, there is no definitive solution that gives meaning to one's existence, and IAKO does not claim to provide it ('when you leave you can make noise'). What seems to emerge instead is the need to accept life as it is, in all its facets and ambivalence, living it moment by moment, knowing that it is impossible to fully grasp it.


The duality that characterizes human existence is then exalted and sublimated by the effective alternation of fluid moments (the singing) and intense moments, the underground beats that disrupt plans, sudden and improvised moments, hypnotic flashes that shake human experience and give it value, that make the party burn and make it the most beautiful in the world.


Comments


bottom of page